Conclusa la visita pastorale nella parrocchia di Posatora

Dopo una settimana ricca di incontri e momenti di comunione e fraternità, sabato 28 settembre è terminata la visita pastorale dell’Arcivescovo nella parrocchia Santa Maria Liberatrice. Quattro sono state le indicazioni lasciate ai fedeli di Posatora, durante la santa messa conclusiva: il primato della parola di Dio, la centralità dell’eucaristia, la carità fraterna nella comunità e il cammino sinodale. «Mettete al primo posto l’ascolto della parola di Dio e al centro l’eucarestia – ha detto Mons. Angelo Spina – non c’è comunità senza eucarestia. Al centro della comunità ci sia anche la carità: prendetevi cura degli altri, degli anziani e dei malati. Quando i genitori si prendono cura dei figli, i catechisti e gli scout guidano i bambini, si vive un clima di comunione e di carità. Crescete anche insieme con il cammino sinodale, che ci chiama a camminare insieme, pastore e fedeli».

L’Arcivescovo ha poi ringraziato il parroco don Fausto Focosi e i fedeli per i tanti momenti di preghiera e fraternità vissuti insieme: «Questo quartiere ha ricevuto una ferita grande nel 1982 con la frana. Tanti hanno vissuto momenti di angoscia e apprensione, ma oggi questo quartiere è rinato. Avete un bel parco e un bellissimo panorama. Anche se l’età del quartiere è avanzata e ci sono poche famiglie con i bambini, ho conosciuto una comunità viva, con tante persone che si prendono cura degli anziani e dei malati». Un momento di ringraziamento e festa durante la messa è stato anche l’anniversario di Erina e Dino che hanno festeggiato 55 anni di matrimonio e si sono scambiati le fede, benedette dall’Arcivescovo. «Grazie per la vostra testimonianza di amore – ha detto Mons. Angelo Spina – tanti auguri da parte di tutta la comunità».

Mons. Angelo Spina ha poi donato alla comunità una casula che ha consegnato ai bambini del catechismo e don Fausto lo ha ringraziato «per il tempo che ci ha dedicato durante questa settimana, gli incontri e i tanti bei momenti condivisi insieme». Come dono all’Arcivescovo, la parrocchia ha pensato a un gesto di carità. Come ha infatti spiegato don Fausto, le offerte raccolte nelle messe di sabato e domenica saranno destinate alla parrocchia di Castelferretti, che ha subito alcuni danni a causa delle recenti abbondanti piogge.

Durante la celebrazione eucaristica l’Arcivescovo ha anche ricordato tutti gli incontri vissuti, i fedeli durante l’assemblea parrocchiale all’inizio della visita pastorale, gli anziani della residenza Zaffiro dove ha celebrato la messa, la comunità neocatecumenale, i soci del Circolo Belvedere e gli abitanti del quartiere, la direzione del gruppo F.S.E. Ancona 1, i malati e i ministri straordinari della comunione, il consiglio pastorale e quello per gli affari economici. Prima della messa conclusiva di ringraziamento ha conosciuto anche i genitori e i catechisti e ha chiesto loro quale eredità vogliono lasciare ai loro figli.

Rivolgendosi ai genitori, ha ricordato che i figli «sono un dono di Dio. Quando nascono, si dice che sono venuti alla luce, allora il vostro compito è di far loro luce nella vita. Il dono più bello che potete fargli è la trasmissione della luce della fede, con il vostro esempio». Ascoltando le mamme e i papà che hanno raccontato che i bambini non vanno più alla messa dopo la cresima e che tante famiglie oggi sono separate, l’Arcivescovo li ha incoraggiati ad «andare avanti con speranza e fiducia e a crescerli con amore. Date il vostro esempio. Importanti sono le relazioni. I ragazzi hanno troppe cose, ma i figli hanno bisogno della presenza dei genitori, di essere amati e incoraggiati». Ha quindi invitato i genitori ad affidare ogni giorno i loro figli a Dio e a benedirli.

Prima della santa messa di ringraziamento conclusiva, l’Arcivescovo ha anche incontrato il gruppo F.S.E. Ancona 1 Giovanni Paolo II, fondato ad Ancona 46 anni fa dall’allora parroco di Posatora don Antonio Recanatini. I capi hanno spiegato che il gruppo è formato da circa 90 persone e i bambini hanno fatto alcune domande all’Arcivescovo, prima della recita del Padre Nostro e della benedizione finale.

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