Conclusa la Prima Assemblea sinodale delle Chiese in Italia.

Alla prima Assemblea sinodale delle Chiese in Italia hanno partecipato dalla Arcidiocesi di Ancona Osimo: Lucia Panzini, Daniele Sandroni, Tiziana Nicastro, Paolo Pizzichini e l’arcivescovo Angelo Spina. Hanno riportato l’entusiasmo e la bellezza di un evento di Chiesa vissuto insieme che apre alla seconda assemblea che si terrà a marzo.

Tracciando un bilancio della tre giorni romana, i delegati hanno tenuto a sottolineare come il tutto si è svolto un clima molto bello e suggestivo, sia per essere stati nella basilica di S. Paolo, sulla sua tomba e poi per essere stati nel luogo dove venne annunciato il Concilio Vaticano II, ma soprattutto  aver accolto il contributo dei delegati intervenuti al lavoro svolto e sperimentata una pratica di confronto e di dialogo che ha certo bisogno di essere maturata, ma che ormai sta diventando uno stile condiviso

Al termine dell’Assemblea, il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, ha rivolto un ringraziamento agli oltre mille partecipanti, ha letto un messaggio indirizzato dai delegati al Papa in cui si esprime gratitudine per il sostegno e l’incoraggiamento ricevuto tramite il suo messaggio all’apertura dei lavori. Per il cardinale, l’itinerario percorso in questi tre anni è stato “un camminare con coloro che abbiamo trovato sulla strada”, ma anche “un momento di recupero di consapevolezza, di interiorità, nella necessità di riaccordarci con le domande fondamentali con cui ci confrontiamo quotidianamente”, “tanta consapevolezza di essere Chiesa e di essere al fianco di tanta gente”. Il presidente della Cei ha sintetizzato il clima di questi tre giorni, e la direzione marcia verso la seconda Assemblea sinodale di marzo, con queste parole: “sobria ebbrezza”.  “Non dobbiamo aver paura di essere contenti, di portare gioia e di rimetterla in circolo: non abbiamo capito tutto, ma non dobbiamo scrivere un’enciclopedia”. Mons. Erio Castellucci, vicepresidente della Cei e presidente del Comitato nazionale del Cammino Sinodale, nel suo “rilancio finale”, a conclusione dei lavori ha detto: “Abbiamo sperimentato, sebbene rapidamente, la bellezza di essere popolo profetico…Questo è il Cammino sinodale, prima ancora e forse più ancora che un testo scritto…un testo, certo, sarà necessario…non potrà essere un corposo manuale di temi pastorali, ma un tentativo di sbloccare alcune pesantezze che ora ci affliggono”. “Il Cammino di questi tre anni – ha proseguito – ci ha abituato a scrutare le pieghe della nostra storia, cogliendo con umiltà sia le ferite dentro e fuori la Chiesa, sia i raggi di speranza e di vita, che abitano il quotidiano delle case e delle strade e che spesso restano sepolti sotto la coltre delle cattive notizie”. “Anche in questi giorni, ai nostri tavoli, abbiamo fatto circolare esperienze belle e positive, autentiche spie della crescita del Regno di Dio nel nostro tempo. Sono solo germogli, ma la sfida della ricezione sinodale sarà poi quella di sostenere questi stili perché diventino strutturali nelle nostre Chiese”, ha proseguito soffermandosi sui tre “stili” emersi nel cammino sinodale italiano: “lo stile dell’ascolto”, “dagli organismi di partecipazione alle riunioni degli operatori pastorali”; lo stile del dialogo, fatto anche di incontro con mondi non ecclesiali, come “le diverse povertà materiali, relazionali, spirituali; i mondi delle professioni e del lavoro, come artisti, imprenditori, agricoltori, giornalisti, docenti, operai”; “lo stile della partecipazione”, prima di tutto nella riattivazione dei Consigli pastorali, “strumenti importanti” per la Chiesa in missione.

Ora è tempo di metterci al lavoro in diocesi con più passione ed entusiasmo, è stata la prima risposta dei delegati della Arcidiocesi di Ancona-Osimo.

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