È stato battezzato dall’Arcivescovo di Ancona Osimo, monsignor Angelo Spina, con una sentita celebrazione svoltasi nella cappella del Centro “Bignamini” di Falconara Marittima (AN). Il piccolo Raul, in cura da circa un anno presso la struttura marchigiana della Fondazione Don Gnocchi, è affetto da grave disabilità ed è in attesa di una nuova famiglia, dopo che i genitori naturali hanno rinunciato alla potestà genitoriale.
Nato il 25 ottobre – lo stesso giorno di don Gnocchi, anniversario della sua beatificazione e data della sua memoria liturigica – il piccolo Raul, ricoverato per alcuni mesi all’Ospedale Pediatrico Salesi di Ancona, nel luglio dello scorso anno è entrato nell’Unità Speciale per disabilità gravi in età evolutiva del Centro “Bignamini” per l’assistenza riabilitativa, in attesa di una futura collocazione presso una casa famiglia e un auspicabile affido o adozione, così da rendere il suo futuro più sereno.
È stata un’occasione più che rara quella della celebrazione di un battesimo nella cappella del Centro e, vista la particolare circostanza, numerosi operatori hanno voluto partecipare all’evento. Con loro, anche alcuni altri pazienti del reparto, le loro famiglie, i volontari dell’AVULSS e i volontari “Don Gnocchi”, quasi un’unica grande famiglia allargata, che in questo anno si è presa cura di Raul.
«Il nostro Centro è una famiglia»
Raul è affetto da ritardo nello sviluppo, ha una capacità motoria molto limitata pur avendo quasi due anni e necessita di assistenza continua.
«La nostra è una comunità, anche per chi non ha famiglia, come il nostro piccolo Raul – ha commentato Paolo Perucci, direttore del Centro -. Dobbiamo essere contenti ogni volta che accogliamo la vita e questa è la missione della Fondazione Don Gnocchi: essere accanto alla vita, sempre!».
Con il direttore erano presenti anche Nazareno Franchellucci, sindaco di Porto S. Elpidio, cittadina dove il bambino risulta residente, oltre al cappellano don Filippo Pesaresi, al Vicario generale don Roberto Peccetti, a don Carlo Spazzi e alla direttrice sanitaria Giuliana Poggianti.
«Mi hai insegnato che l’amore sorprende sempre!»
Madrina e padrino Agnese e Federico, due infermieri del Centro che con particolare attenzione hanno accudito il piccolo Raul in questo periodo. «Quando mi abbracci, mi strappi i capelli, canti con me “Carissimo Pinocchio” – è la testimonianza di Agnese – mi sento fortemente privilegiata e responsabile dell’amore che tu mi doni. Mi hai insegnato che al di là delle diagnosi mediche e della disabilità l’amore sorprende sempre. Ho riletto più volte la tua vita fino a che Qualcuno ci facesse incrociare: quante cicatrici nel tuo piccolo corpicino che fanno di te una di quelle creature che non hanno bisogno di raccontarsi continuamente, perché i tuoi sorrisi e i tuoi occhi testimoniano ciò che di più bello ci può essere. Quando appoggi la tua testa su di me è come se mi donassi qualcosa che ti stanca; allora continua pure ad appoggiarla che ho rafforzato abbastanza i muscoli per sorreggerti. Con tutto l’amore che posso…».
«Grazie perché rendi tutto più semplice guardandoti…»
«Raul ti chiedo scusa per il fatto di non riuscire parecchie volte a comprendere i tuoi bisogni – ha aggiunto Federico -; ti chiedo scusa per le tante volte in cui, per tua sfortuna, ero io a doverti fare la doccia e ogni volta non riuscivo mai a regolare bene la temperatura dell’acqua; ti chiedo scusa per le prime volte che ti ho tenuto in braccio, dove non si capiva chi tra i due era più insicuro; ti chiedo scusa per le vestizioni infinite, quando per un ragazzo di 25 anni diventa un’impresa mettere un calzino a un bambino di un anno; e infine ti chiedo scusa per i tuoi pianti a volte gestiti con un “e adesso?”, cercando di ragionare invano come una mamma… A volte risulta maledettamente difficile sintetizzare tutto con un “Raul sta bene, saturazione ottima e frequenza stazionaria, niente crisi”, tralasciando l’aspetto prettamente umano. Quindi Raul, dopo le scuse, permettimi a nome mio e di tutta l’équipe di dirti “grazie” per rendere tutto più semplice solamente guardandoti».
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