Nella chiesa della Madonna della Consolazione alla Figuretta di Castelfidardo l’arcivescovo Angelo ha presieduto la Celebrazione Eucaristica a conclusione delle attività annuali dell’ANFFAS Onlus Conero di Castelfidardo. Ha concelebrato don Andrea Cesarini ed ha portato i saluti don Bruno Bottaluscio, poi impegnato nella Messa vespertina nella Collegiata.
Una quindicina le ragazze e i ragazzi, provenienti dai comuni di Castelfidardo, Osimo, Montefano e Loreto con diverse disabilità, che l’ANFFAS aiuta in due diverse strutture. A Loreto nella “Casa Giovanna”, una casa famiglia, 7 ospiti, sono assistiti H24, mentre al Centro “Oasi dei pavoni” situato in riva al fiume Musone sono 15, gli ospiti, e vengono impegnati, nelle ore pomeridiane in diverse attività: musicoterapia, ginnastica, psicologia, palestra. Un’attività che si sta rivelando molto interessante è la produzione di ceramica sotto la guida di un ceramista proveniente da san Benedetto del Tronto, Alessandro Lisa. Molto proficue le attività sportive che annovera campioni che si sono classificati al primo posto a livello nazionale: Adolf Acemon campione di atletica leggera, Mirko Governatori e Massimo Mengarelli campioni di bocce.
“La pagina di Vangelo che abbiamo letto ci colpisce – ha esordito l’Arcivescovo nell’omelia – perché dice che Gesù era in un luogo per pregare. Non dice che era nel Tempio, non dice che era in una Sinagoga, ma era in un luogo, come a dire che ogni luogo è buono per pregare. Si può pregare in ogni luogo in cui ci troviamo, ma ciò che colpisce questa persona che gli chiede <<insegnaci a pregare>> è il modo con cui Gesù prega perché lo vedono che prega in modo meraviglioso. Ed allora qui viene da chiedersi: cosa significa pregare? Non solo dire le preghiere. Noi diciamo tante preghiere, ma a volte non stiamo, per niente, pregando. Quelle persone restano colpite dal modo di pregare di Gesù perché lo vedono immerso in Dio, senza distrazioni, senza frenesie, in comunione con il Padre. Allora pregare che cos’è? É lasciarsi amare da Dio e amare, questo è pregare. Alcune volte non diciamo le preghiere e non ci lasciamo amare da Dio, preghiamo da protagonisti per far vedere che preghiamo, ma non ci lasciamo amare da Dio. Per fare un esempio è come nel respiro: prima bisogna fare entrare l’ossigeno nei polmoni, poi si respira e così è l’amore per Dio, prima ama Dio poi prega. Ecco quelle persone hanno visto Gesù che pregava così”.
E durante l’omelia l’Arcivescovo ha detto ai diversamente abili, ma soprattutto ai genitori che questa vita, che in qualche maniera si può definire ferita, ci aiuta ad amare Dio, perché da lui siamo sicuramente amati per la dedizione di ciascuno nell’aiutare chi è stato meno fortunato.
“Sentiamo dentro l’Amore di Dio – ha detto in conclusione della s. Messa, l’Arcivescovo Angelo – per vivere con più fiducia, con più speranza, con un cuore più caldo di amore verso tutti”. Poi l’arcivescovo Angelo dopo aver ringraziato il sindaco Ascani, presente con l’assessore ai servizi sociali Marconi e la presidente dell’ANFFAS Conero Vera Caporaletti, ha ringraziato la comunità della Figuretta per come è tenuta la chiesa, bella, pulita ed accogliente.