“Una Chiesa che cammina insieme per annunciare il Vangelo” è stato il tema del convegno pastorale diocesano che si è svolto sabato 7 settembre, nella chiesa parrocchiale S. Maria della Misericordia ad Osimo. Centinaia di persone tra sacerdoti, diaconi, religiose, operatori pastorali, catechisti e insegnanti di religione, hanno partecipato all’incontro, in cui l’arcivescovo Angelo Spina ha sottolineato l’importanza di annunciare il Vangelo con «sinodalità», camminando insieme.
Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium ha posto le linee fondamentali dell’annuncio del Vangelo. «È importante che l’annuncio avvenga con uno stile di sinodalità – ha detto l’arcivescovo – inteso come metodo di riforma nella chiesa e modo di presenza nel mondo. Camminare insieme implica una valorizzazione dei carismi che lo Spirito dona secondo la vocazione e il ruolo di ciascuno dei membri della Chiesa, attraverso un dinamismo di corresponsabilità. Con questo stile si dovrebbe procedere verso una Chiesa partecipativa e corresponsabile, capace di valorizzare la ricchezza della varietà di cui si compone, accogliendo con gratitudine anche l’apporto di fedeli laici, uomini e donne. Nessuno è escluso e nessuno deve mettersi in disparte».
Dopo la riflessione dell’arcivescovo sul vangelo dei due discepoli di Emmaus (Luca 24, 13-35), il professor Franco Garelli, sociologo esperto di religioni nel mondo globalizzato e docente all’Università di Torino, ha parlato del rapporto delle nuove generazioni con la fede, anche alla luce di alcune ricerche. Atei, non credenti, increduli: è la rappresentazione che sempre più spesso viene data delle nuove generazioni. In effetti l’indifferenza religiosa tra le nuove generazioni sta crescendo, tuttavia per Garelli «la domanda di senso da parte dei giovani è vivace». «Ho scritto un libro “Piccoli atei crescono” – ha detto Garelli – ma il sottotitolo recita “Davvero una generazione senza Dio?”. Non è facile oggi credere in Dio e avere una fede religiosa nella società contemporanea, nell’epoca del pluralismo. C’è certamente indifferenza, chi ha maturato sui temi religiosi un distacco, però c’è anche gente attenta alle proposte spirituali che siano in grado di rispondere ai bisogni, feconde per la vita e per la crescita personale. La domanda di senso è diffusa». Per annunciare il Vangelo è, dunque, importante nella Chiesa la «testimonianza. È fondamentale che le persone trovino ambienti in cui possano crescere».
Dopo la riflessione del professor Garelli, i partecipanti si sono divisi in gruppi per confrontarsi e riflettere su alcune domande, partendo dalla realtà delle proprie parrocchie e comunità: con chi stiamo camminando? Perché e come camminano le nostre comunità? Verso dove camminano? Quali azioni sono necessarie perché l’annuncio del Vangelo sia veramente sinodale?. Al termine si è svolta la condivisione dei lavori svolti nei gruppi ed è emerso quanto è importante il confronto. «Mi piace tradurre la parola condivisione – ha commentato Garelli – con “la compagnia nelle vicende umane”. Credo sia la chiave vincente in tutti gli ambienti. Condividere un tratto della vita e avere a cuore la sorte degli altri significa farsi compagnia nelle vicende umane. In fondo è ciò che hanno vissuto i due discepoli di Emmaus con Gesù».