In occasione della festa di santa Cecilia, patrona della musica, degli strumentisti e dei cantanti, venerdì 22 novembre nella cattedrale di san Ciriaco l’Ufficio Diocesano di Musica Sacra ha organizzato una serata di canto e preghiera dal titolo “Un canto per Santa Cecilia” con la Cappella Musicale di San Ciriaco e i Cori Regina di tutti i Santi, San Giuseppe Moscati, Santa Maria della Misericordia, San Giuseppe di Falconara, e tutte le Corali dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo.
L’arcivescovo Angelo Spina ha ringraziato don Franco Marchetti, direttore dell’Ufficio di Musica Sacra Diocesano, e il maestro Tullio Andrioli e quanti si sono impegnati per promuovere questo incontro. «La musica e il canto questa sera riempiono la nostra vita – ha detto l’arcivescovo – la rendono bella e ci elevano spiritualmente. La musica sacra e il canto elevano a Dio, in una lode continua ed incessante, coinvolgono tutto il corpo oltre che l’anima, perché parlano un linguaggio universale, esse sono la manifestazione della trascendente “Bellezza di Dio”. Dio ha creato tutte le cose in una armonia sublime che ci fa stupire. Ci stupiamo sempre davanti a un fiore, ad un paesaggio o ad un bambino; la creazione in sé porta una bellezza che è la verità di Dio che si rivela, è il suo volto che si rivela a noi. Lui ha fatto ogni cosa imprimendo una impronta di sé. Anche la musica orienta con le sue armonie, bellezze, suoni e melodie a guardare e trovare il volto di Dio. La bellezza è immediata, è Dio stesso. Una persona che si accosta alla bellezza vera è più buona perché scopre di essere fatta per le cose alte di Dio. Anche la musica rientra in questo percorso».
L’arcivescovo ha anche ricordato le parole di Monsignor Marco Frisina: «La musica orienta il cuore di chi canta in una certa direzione, nel nostro caso e nella fattispecie del canto sacro, il fine di questo orientamento del cuore è verso Dio. È un modo per donare al cuore dell’uomo la nostalgia della bellezza d Dio, la tenerezza e il suo amore; la musica sacra dovrebbe sempre dare al cuore questa serenità e questa pace perché comunica l’armonia del Creatore, la bellezza della sua Parola, i grandi valori cristiani. La musica diventa preghiera e dilata il cuore e aiuta gli uomini a sentirsi più uomini e a ritrovare una via per riscoprire il volto di Dio nella propria esperienza concreta. La musica parla in maniera umana ma delle cose grandi dell’uomo ed in questa maniera orienta il cuore dell’uomo verso le cose di Dio; tutto ciò che è profondamente umano è divino perché appartiene all’immagine di Dio che portiamo dentro ed è proprio del nostro essere creature. Quando la musica è autenticamente vera, esprime le grandi cose dell’uomo e porta a Dio, avvicina a lui».
«La musica orienta “verso” Dio – ha continuato l’arcivescovo – e aiuta l’ uomo a salvarsi, ad essere più uomo, più comprensivo, più buono, in altre parole lo umanizza. Ecco perché è importante il “tipo” di musica che si fa e da che parte essa porta. L’uomo ha bisogno di ritrovare la sua dimensione spirituale, di ritrovare il fine per cui è stato creato e quindi ritrovare Dio. È bello che questa sera la Cappella Musicale di San Ciriaco, che ho voluto che venisse istituita, perché nelle celebrazioni liturgiche presiedute dal Vescovo aiuti a pregare e in alcune celebrazioni anche con gli altri cori parrocchiali, sia qui a dare la lode a Dio. È necessario un cammino di formazione, di partecipazione e allora, ringraziamo per quanto c’è e avanti con fiducia per fare meglio nelle nostre comunità parrocchiali, nella nostra diocesi per esprimere la gratitudine a Dio e la gioia dell’essere figli di Dio. Grazie di cuore».
Di seguito la riflessione integrale dell’arcivescovo Angelo Spina, in occasione di “Un canto per santa Cecilia”
La musica e il canto, dono di Dio e strumento di lode – 22 novembre – Cattedrale di san Ciriaco
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