Uno dei genitori o dei familiari fa da guida (G) e altri da lettori (L). Si può preparare una icona o un quadro con il volto di Gesù.
G Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T Amen.
G Si avvicina sempre più la Pasqua del Signore, la nostra Pasqua. Oggi ascolteremo il racconto di Lazzaro che Gesù richiama alla vita: una pagina piena di commozione e di dolore, ma anche illuminata dall’azione del Signore, che è vita e ripartenza per chi a lui si affida. Anche la nostra vita sembra sepolta in questi giorni e pare che tutto sia schiacciato dalla morsa della paura e dal macigno dell’incertezza. Il Signore ci richiama ogni giorno alla vita e ci fa uscire dalle tombe ove abbiamo rinchiuso la nostra disponibilità a fidarci di Dio, la nostra capacità di sperare e la nostra volontà di amare. La nostra preghiera, quest’oggi, raccolga il grido di tanti fratelli che soffrono e sia anche invocazione sincera di perdono.
RICHIESTA DI PERDONO
L Signore, tu che apri i nostri “sepolcri”, abbi pietà di noi.
T Signore, pietà.
L Cristo, che hai pianto per l’amico Lazzaro, abbi pietà di noi.
T Cristo, pietà.
L Signore, che ci inviti a rafforzare la nostra fede, abbi pietà di noi.
T Signore, pietà.
G. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.
T Amen.
LETTURA DEL VANGELO
L Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 11,3-7.17.20)
In quel tempo, le sorelle mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro.
Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
COMMENTO AL VANGELO
Uno dei presenti può leggere questo breve commento al Vangelo:
La famosa pagina giovannea della risurrezione di Lazzaro, ambientata a Betània, dopo un’introduzione, si articola in due quadri. Il primo è rappresentato dal dialogo di Gesù con Marta. Il colloquio è centrato su una luminosa rivelazione in cui Gesù si apre sul piano stesso dell’Io sono di Dio (Es 3: «Io sono colui che sono»). Il fedele, illuminato pienamente, risponde con una triplice, solenne professione di fede: «Tu sei il Messia, il Figlio di Dio, colui che deve venire nel mondo» (v. 27). Si giunge alla seconda, decisiva scena, quella della risurrezione. Gesù è ora ritto davanti alla roccia incavata coperta dalla lastra tombale. La morte è al suo compimento: il cadavere è al «quarto giorno» (v. 39), quando, secondo le credenze rabbiniche, il corpo ritornava definitivamente alla polvere e il «soffio vitale» veniva richiamato da Dio che l’aveva donato alla creatura. Gesù, da perfetto orante, leva gli occhi al cielo in una preghiera di ringraziamento al Padre e di rivelazione per l’umanità. Risuona, allora, la parola del Cristo: «Lazzaro, vieni fuori!». È la parola che ogni credente ascolta emergendo dal fonte battesimale e passando da un’antica vita a una nuova esistenza. È la parola che ogni credente ascolterà alla fine della sua vita.
A TE SALE LA NOSTRA PREGHIERA
G Il Signore ci dona il suo Spirito e ci fa vivere.
Affidiamoci a lui con tutto il cuore,
portiamo a lui ogni nostra domanda e preghiamo.
G Nelle nostre famiglie e nella Chiesa intera:
T Donaci la vita, Signore!
G Nei luoghi dove si apprende e si conosce:
T Donaci la vita, Signore!
G Nei luoghi dove si lavora e si rischia:
T Donaci la vita, Signore!
G Nei luoghi dove si nasce, si soffre e si muore:
T Donaci la vita, Signore!
G Nell’ora della paura e della tristezza:
T Donaci la vita, Signore!
G Nell’ora della malattia e del dolore
T Donaci la vita, Signore!
G Nell’ora della nostra morte:
T Donaci la vita, Signore!
G Tu, nostra vita e risurrezione:
T Donaci la vita, Signore!
G Tu, che fai passare dalla morte alla vita chi ascolta la tua parola:
T Donaci la vita, Signore!
G Tu, che il terzo giorno ti sei rialzato dalla morte:
T Donaci la vita, Signore!
IN ATTESA DELL’EUCARISTIA
Si porta un pane lo si spezza e lo si condivide mangiandolo.
T Padre della vita,
oggi ci hai fatto ascoltare un vangelo di risurrezione
in un tempo di dolore e di troppe morti.
La Scrittura ci ha presentato Cristo come nostra vita e risurrezione.
Abbiamo davanti a noi il pane,
frutto della terra e del nostro lavoro,
segno di una vita donata e condivisa.
Siamo in attesa di tornare ad essere popolo
convocato nel giorno della risurrezione,
di rivedere il volto dei nostri fratelli e delle nostre sorelle
e fare memoria all’altare del Signore Gesù
dei nostri fratelli e sorelle defunti.
Donaci, o Dio, che ci conosci più di noi stessi,
donaci la speranza nella vita che rinasce.
Digiuni del Pane della vita e del Vino dell’alleanza,
donaci di vivere in profondità almeno l’amore,
che cura il malato, condivide con chi ha bisogno.
Ascolta, ascolta, o Padre, i tuoi figlie le tue figlie
in questo tempo di troppe prove.
CONCUSIONE
G «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Sono le parole della preghiera di Gesù al Padre prima di richiamare Lazzaro alla vita. Parole piene di fiducia che nascono dalla comunione profonda tra Padre e Figlio. Anche noi uniti a Gesù vogliamo supplicare il Padre per il mondo intero:
T Padre nostro…
G Eterno Padre, la tua gloria è l’uomo vivente; tu che hai manifestato la tua compassione nel pianto di Gesù per l’amico Lazzaro, guarda oggi l’afflizione della Chiesa che piange e prega per i suoi figli morti a causa del peccato, e con la forza del tuo Spirito richiamali alla vita nuova. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
T Amen.
BENEDIZIONE
Concedi la tua benedizione alla nostra famiglia, o Padre,
e donaci di essere lieti nella speranza,
forti nella tribolazione,
perseveranti nella preghiera,
attenti alle necessità dei fratelli
e solerti nel cammino di conversione
che stiamo percorrendo in questa Quaresima.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T Amen.
PREGHIERA MARIANA
T Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi
che siamo nella prova,
Pubblichiamo il Sussidio per la preghiera personale o familiare nella V domenica di Quaresima: