«Oggi siamo ai piedi dell’immagine della Regina di tutti i Santi con il suo duplice sguardo: quello del suo cuore rivolto a Dio e quello dei suoi occhi rivolti a noi. I suoi occhi sono quelli di una madre che leniscono, sanano, e hanno la forza di incoraggiare il cammino della vita. Se ci lasciamo conquistare dal suo sguardo cambieremo i nostri sguardi verso il prossimo». Queste le parole dell’Arcivescovo Angelo Spina, durante la Santa Messa presieduta nella Cattedrale di San Ciriaco venerdì 26 giugno, festa della Madonna Regina di tutti i Santi che si venera nel duomo di Ancona. Tantissimi i fedeli che hanno partecipato alla celebrazione e che si sono affidati alla Vergine Maria.
Secondo la tradizione, nel 1615 un veneziano di nome Bortolo, comandante di una galea veneta, donò, come ex voto, la piccola tela con l’immagine della Vergine, per ringraziarla di aver miracolosamente salvato il figlio durante una violenta tempesta nel mare Adriatico. L’immagine donata, divenne subito cara agli anconetani che si sentirono protetti dalla Vergine santa. Il 25 giugno 1796, da quanto viene riportato dai documenti dei canonici della cattedrale, la Madonna avrebbe iniziato a muovere gli occhi. Il segno dell’apertura degli occhi si protrasse fino ai primi di febbraio dell’anno successivo.
Così è narrato in un articolo di Moreno Niccolini il prodigio che si verificò per le suppliche del popolo anconitano: “Il 25 giugno, proprio mentre gli invasori sono alle porte della città, il quadro della Madonna del Duomo comincia a muovere gli occhi, portandoli sulla gente inginocchiata. La voce si diffonde immediatamente. Tutti accorrono da ogni parte. Il miracolo perdura per mesi, ininterrotto. Le Autorità sono costrette a promuovere un’inchiesta ufficiale, con tanto di notai verbalizzanti, perizie di scienziati e interrogatori di testimoni (che sono migliaia). Questa mole di documenti si trova ancora oggi negli archivi. I giacobini locali avvertono Napoleone che il clero anconitano sta truffando il popolo per farlo insorgere contro gli invasori. Appena entrato in città il Generale ordina che gli si porti il quadro, lo prende minacciando di distruggerlo. È alla presenza dell’intera municipalità, di canonici e del suo Stato maggiore: tutti lo guardano tenere il dipinto tra le mani. D’improvviso il suo volto sbianca, Napoleone esita, resta senza parole. Poi si scuote e riconsegna l’immagine, comandando di tenerla coperta. C’è chi giura che Napoleone ha visto il prodigio e ne è rimasto scosso. Il fatto è che ha cambiato idea senza motivo apparente, e non è da lui”.
«Nei periodi difficili della storia anconetana – ha detto l’Arcivescovo – il popolo si è rivolto sempre alla Regina di tutti i Santi per chiedere aiuto, protezione e speranza. Nei secoli passati basti pensare alla pestilenza, al colera, nel secolo scorso alla guerra, al terremoto del 1972, alla frana del 1982 e al Covid-19 dei nostri giorni. Maria ha gli occhi del cuore rivolti a Dio. “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”. Maria ha un cuore limpido, per questo è tutta immersa in Dio. Maria è la donna di fede che ha creduto nonostante Dio le avesse sconvolto tutti i suoi piani. La fede di Maria può diventare la nostra: quando le prove della vita si fanno pesanti, quando non capiamo perché ci capitano certi avvenimenti, è il momento di chiedere a lei l’aiuto e il soccorso. Madre dall’animo forte di fede: aiutaci a credere.
Maria è la donna ricca di speranza che ha saputo guardare l’orizzonte della storia scorgendo la luce della Risurrezione anche sotto l’ombra della Croce. La speranza di Maria può diventare la nostra: credere nella vita, fare scelte positive, scoprire la dimensione spirituale del vivere, questo ci conduce a vedere sempre un sole che brilla oltre le nuvole. Madre dallo sguardo profondo: aiutaci a sperare.
Maria è lo scrigno dell’Amore, perché la sua disponibilità e la sua prontezza nel rispondere “sì” alla Vita, hanno “permesso” a Dio di entrare nel mondo, di farsi nostro fratello. L’amore vero conduce all’apertura, alla non discriminazione, all’attenzione sollecita per i bisogni di quanti ci sono intorno. L’amore di Maria si è espresso nella quotidianità di una vita semplice, ma misteriosamente inserita nel grande progetto di Dio. Madre dal cuore ricco di amore: aiutaci ad amare! Maria, tu sei lo sguardo di amore che rischiara il cammino della nostra vita. Tu sei la perla del cuore di Dio, scelta da lui per ravvivare il nostro orizzonte. Lo sguardo di Maria rivolto a Dio è rivolto anche a noi. E noi la invochiamo dicendogli: “Volgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi e mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del tuo seno”. Se ci lasciamo conquistare dal suo sguardo cambieremo i nostri sguardi verso il prossimo. Noi ti invochiamo Vergine Maria, aiutaci nel cammino di santità».
Pubblichiamo di seguito l’omelia integrale dell’Arcivescovo.
Omelia 26 giugno 2020 – Cattedrale di San Ciriaco- Festa della Regina di tutti i Santi
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