Tantissime persone hanno partecipato oggi pomeriggio alla celebrazione della Passione del Signore nella Cattedrale di San Ciriaco e alla Via Crucis cittadina, che è tornata dopo due anni di stop a causa della pandemia. Alle ore 17 Mons. Angelo Spina ha presieduto la celebrazione del venerdì santo, in cui è stata ricordata la Passione del Signore con la liturgia della Parola, seguita dalla preghiera universale composta da dieci intenzioni in preghiera, dall’adorazione della croce e dalla santa Comunione ai fedeli. Dopo aver ascoltato il Vangelo della Passione secondo Giovanni, l’Arcivescovo ha ricordato le parole dette dal Papa durante la Santa Messa della Domenica delle palme, e ha sottolineato che «sul Calvario si scontrano due mentalità. Da un lato quella di salvare se stessi e dall’altra quella di salvare l’umanità. Le parole di coloro che crocifiggono Gesù sono: “Salva te stesso”. Lo dicono i capi: “Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto” (Lc 23,35). Lo ribadiscono i soldati: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”. E infine, anche uno dei malfattori: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso”. Salvare se stessi, badare a se stessi, pensare a se stessi; non ad altri, ma solo alla propria salute, al proprio successo, ai propri interessI, all’avere, al potere, all’apparire. Salva te stesso: è il ritornello dell’umanità che ha crocifisso il Signore.
Il salva te stesso si scontra con quello che Gesù fa sulla croce. Lui offre se stesso. Una sua espressione, in particolare, segna la differenza rispetto al salva te stesso ed è: “Padre, perdona loro”. Queste parole Gesù le dice durante la crocifissione, quando sente i chiodi trafiggergli i polsi e i piedi. Proviamo a immaginare il dolore lancinante che ciò provocava. Lì, nel dolore fisico più acuto della passione, Cristo chiede perdono per chi lo sta trapassando. In quei momenti verrebbe solo da gridare tutta la propria rabbia e sofferenza; invece Gesù dice: Padre, perdona loro. Non rimprovera i carnefici e non minaccia castighi in nome di Dio, ma prega per i malvagi. Affisso al patibolo dell’umiliazione, aumenta l’intensità del dono, che diventa per-dono».
Quest’anno, durante la preghiera universale, è stata inserita un’intenzione di preghiera per la pace, «per i popoli dilaniati dalle atrocità delle guerre. Le loro lacrime e il sangue delle vittime non siano sparsi invano, ma affrettino un’era di pace che scaturisce dalle piaghe gloriose di Cristo Gesù». Durante la preghiera, è stato chiesto a Dio di «allontanare al più presto dall’umanità orrori e lacrime, perché tutti possiamo essere chiamati veramente tuoi figli». Terminata la preghiera universale, ha avuto luogo la solenne adorazione della croce. A causa del covid, il bacio sul Crocifisso è stato limitato al solo celebrante, ma in processione i fedeli si sono inchinati davanti alla croce. Al termine della celebrazione, è iniziata la Via Crucis cittadina dalla Cattedrale di San Ciriaco alla Chiesa di San Francesco alle Scale. Seguendo la croce, è stato ripercorso il cammino di Gesù verso il Calvario, un cammino di sofferenza che continua ancora oggi. Nelle meditazioni sono infatti state ricordate le molte facce del dolore attuale, dalla guerra in Ucraina alla pandemia: «Tanti cirenei hanno risposto alla pandemia. Medici, infermieri, autisti di ambulanze…Ci sono tante difficoltà per tutti, oggi in modo particolare per i fratelli che fuggono dall’Ucraina e che bussano alle nostre porte. Tutti hanno bisogno, ma la speranza si chiama solidarietà».
L’omelia integrale dell’Arcivescovo Angelo Spina: Omelia venerdì santo – Cattedrale di San Ciriaco
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