Visita pastorale: incontro con il Gruppo giovani e universitari e con la Comunità Capi Scout Agesci Ancona 4

Nell’ambito della visita pastorale nelle parrocchie SS. Cosma e Damiano e San Pietro in San Francesco alle Scale, martedì 7 giugno Mons. Angelo Spina ha incontrato il gruppo dei giovani e degli universitari e la Comunità Capi Scout Agesci Ancona 4. Dopo la celebrazione della Santa Messa e la cena, l’incontro si è tenuto nel teatrino della chiesa di San Cosma dove alcuni giovani hanno presentato all’Arcivescovo il gruppo universitario, nato nel 2014 grazie ad una proposta dell’allora parroco don Luca Bottegoni. In tutti questi anni tanti ragazzi, in particolare studenti fuori sede, sono stati accolti nel gruppo e nella parrocchia e hanno condiviso un percorso di crescita spirituale e umana. Come hanno raccontato i giovani, durante l’incontro, il gruppo è diventato una seconda famiglia. Sono nate amicizie, ma anche nuove coppie e alcune di queste presto si sposeranno. «La sfida ora è quella di coinvolgere le nuove matricole», come ha sottolineato il parroco don Alessio Orazi, perché «a causa del covid, molti studenti hanno seguito le lezioni online da casa e la possibilità di incontrare nuovi ragazzi è stata minore». Anche i Capi Scout hanno presentato la propria comunità, le attività, ma anche le difficoltà. Lo scoutismo, attraverso attività all’aria aperta e in gruppi, offre ai giovani la possibilità di fare amicizia e di vivere esperienze formative divertendosi. Si scoprono l’amore per la natura e per il Creato, lo spirito di servizio e, come ha detto un Capo Scout, «noi seminiamo, perché ci sia anche il cammino della fede».

Dopo aver ascoltato i giovani e i Capi Scout, l’Arcivescovo ha sottolineato che «la fede è un grande rischio, perché devi fidarti e affidarti a Dio e confidare in Lui». Parlando poi dell’innamoramento e dell’amore, ha fatto l’esempio dei cinque confetti nella bomboniera del matrimonio e ha spiegato che «il primo confetto è quello del sentimento tra l’uomo e la donna, mentre il secondo confetto è quello del legame tra i due. L’affetto quando promette e si promette, porta con sé la forza di legarsi all’altro, mentre l’altro si lega a noi. Il terzo confetto è il passaggio da un legame iniziale attivo, stabile a quello di un legame definitivo, per questo molti chiedono il sacramento del matrimonio. Il quarto confetto è il sacramento del matrimonio cristiano, è la “grazia di agape” che lavora dal di dentro la “forza di eros”, talvolta caotica e incerta, stravolgente e dirompente. Dio c’entra con il matrimonio, perché sta al centro di esso con il sacramento, cioè con il dono concreto di una presenza che lavora dal di dentro l’eros e dona letizia all’amore umano. Agape significa non tanto “ti voglio bene”, ma “voglio il tuo bene”. Non ci si sposa per essere felici, ma proprio perché si è felici si decide di sposarsi. Non per possedere, ma per dare. La fede è molto importante nel cammino di coppia. Quinto confetto: cosa comporta la vita nel matrimonio e nella famiglia? Un destino comune “cum sors” che si nutre di tutta la frequentazione della vita domestica. L’amore fa diventare una persona unica e singolare. Nel rapporto sponsale, assolutamente unico, c’è una energia che trasforma il mondo e la vita. Come la nascita di un bimbo è il miracolo del mondo che si rinnova, così il patto sponsale è la meraviglia che veste il mondo di grazia e di festa».

Durante gli interventi, qualcuno ha anche sottolineato che, dopo il covid, le chiese spesso sono vuote, con pochi fedeli. L’Arcivescovo ha dunque invitato i presenti ad «annunciare il Vangelo con la propria vita. Noi non possediamo una verità da imporre agli altri. Dio ci ama, ci guida, e l’annuncio del Vangelo è una proposta che non si fa con le parole, con la pubblicità, ma con lo stile di vita. Se amiamo Dio, ameremo anche gli altri e li vedremo con la luce della fede». L’incontro è terminato con due inviti. Mons. Angelo Spina ha invitato gli universitari e gli scout a partecipare alla processione del Corpus Domini che, dopo tre anni di assenza a causa del covid, tornerà giovedì 16 giugno, dalla Cattedrale di San Ciriaco alla chiesa di San Francesco alle Scale. Inoltre, in vista dell’apertura della nuova mensa della Caritas nella chiesa di Santo Stefano, probabilmente a novembre, chi desidera fare un servizio di accoglienza e ascolto potrà dare la propria disponibilità.

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