Sabato 3 settembre la Comunità parrocchiale del SS. Sacramento ad Ancona ha accolto il nuovo Amministratore parrocchiale presentato dall’Arcivescovo. Prima della celebrazione liturgica l’Arcivescovo ha ricordato don Alberto che per tanti anni è stato parroco e che il 10 agosto è tornato alla casa del Padre e ha recitato con i fedeli una preghiera per lui; ha letto la bolla di nomina di don Alessio Orazi come Amministratore parrocchiale del SS. Sacramento e Rettore della chiesa di S. Biagio e ha invitato la Comunità a collaborare. Dopo l’omelia don Alessio ha rinnovato le promesse sacerdotali e al termine della S. Messa si è rivolto ai fedeli con queste parole:<<Carissimi, nel 2009, quando ero ancora seminarista, in Osimo venne a mancare un nostro confratello, il caro don Giovanni Bianconi, e la parrocchia della S. Famiglia dopo 25 anni rimase quindi senza parroco. Durante la messa celebrata per le sue esequie, guardando l’assemblea riunita, mi risuonarono nel cuore le parole del Vangelo di Marco: “Sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose” (6,34). Più volte, come in quella occasione, ho chiesto a Gesù di poter avere il suo sguardo, che è uno sguardo di amore e di compassione, rivolto non solo sulla sua Chiesa, ma anche, direi anzitutto, su di me e sulla mia vita. Carissimi, siamo tutti… mi verrebbe da dire racchiusi, ma in realtà lo sguardo di Gesù non chiude, non esclude… Siamo tutti raggiunti, avvolti da questo sguardo di Gesù che, ancora una volta si prende cura della sua Chiesa, della sua sposa. Lo vedete: il SS. Sacramento può avere ancora un nuovo amministratore parrocchiale, anche se in modo diverso da come è stato fino ad oggi. Non sarà più qualcuno dedicato esclusivamente a questa parrocchia, ma qualcuno a cui, da un paio di anni, è stata già affidata la cura di altre due, come sapete. Possiamo scegliere: o camminare insieme con il rammarico che niente potrà essere più come prima o camminare insieme con la tensione tutta evangelica di scoprire, mano a mano che i passi aumentano, quale strada il Signore va tracciando per noi. Personalmente, il mio desiderio è camminare sostenuto da questo secondo atteggiamento.
Dico a voi quello che ho detto al nostro vescovo nel nostro dialogo di qualche settimana fa: sono nella gioia perché credo che così il Signore ci chiede di camminare oggi, come comunità cristiana, qui, in questa zona centralissima della città di Ancona. Eccellenza, grazie. Ogni nomina è anche un atto di fiducia. Iniziando la visita pastorale a S. Cosma, aveva prospettato quanto viviamo oggi, una volta che le condizioni di salute di don Alberto non avrebbero più permesso di dedicarsi ai parrocchiani. Nessuno avrebbe però immaginato di salutarlo definitivamente in questi tempi. Come non avrei immaginato di salutare il caro don Elio solo un anno fa. Lo nomino perché è stato parte indelebile, anche lui, della storia di questa parrocchia, oltre che per il fatto che ci manca. Quanto mi ha raccontato della storia del Sacramento! Ma la memoria storica non manca sicuramente neanche oggi, grazie a Dio. Grazie quindi, Eccellenza, della fiducia riposta, che spero di non deludere. E, dico a tutti, quando dovessi deluderla questa fiducia, come forse è capitato e capiterà, vi chiedo di avere pazienza con me. La pazienza che nutrite verso i vostri pastori è la compassione che condividete con Gesù nei loro confronti.
Ho imparato molto in questi due anni dalle comunità di S. Cosma e di S. Francesco e sono testimone della grazia che il Signore va donando. Questa non vedo l’ora di condividerla con voi.
Sarebbe bello, anche se mi rendo conto che è difficile, accogliere questa nuova nomina non dicendo: “Un’altra parrocchia! Adesso chi lo vede più il prete!” perché è da condividere con altri. Farò di tutto per essere presente, ma la bilocazione è un dono che solo Dio può fare. Qualcosa cambierà, non lo possiamo nascondere, ma cercherò di avere premura nei confronti di ciascuno di voi, nello spazio vitale del mio limite, come Gesù vuole avere premura di ciascuno di voi, nello spazio infinito della sua Misericordia. Vi chiedo aiuto per questo, non solo con la pazienza, ma soprattutto con la disponibilità data al servizio per la costruzione del Regno di Dio qui e ora.
Concludo questo breve saluto con le stesse parole con cui arrivai a S. Cosma e a S. Francesco, volendo riconoscere in tutto questo una continuità provvidenziale>>.
Aiuterò Gesù, lo sposo, a prendersi cura della sua sposa, la Chiesa, presente e viva in questa comunità parrocchiale. Sarò quindi l’amico dello sposo! Questa è l’immagine con cui vi vengo incontro e che prendo in prestito da San Giovanni Battista, facendo mie le sue parole: “Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena” (Gv 3,29).