«San Francesco è stato un uomo di pace, semplice, mite e umile. Si è fatto piccolo davanti a Dio, ha accolto il Vangelo nella sua vita e ha vissuto la fraternità». Con queste parole Mons. Angelo Spina ha ricordato San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, durante la Santa Messa presieduta martedì 4 ottobre nella parrocchia di S. Pietro in San Francesco alle Scale a lui dedicata. Dopo aver salutato i fedeli, ha sottolineato che il santo di Assisi è «tra i santi il più italiano e tra gli italiani il più santo. Tutti lo ammirano perché è stato un uomo mite e un faro di luce che ha ispirato e ispira ancor oggi fiducia e apre alla speranza».
L’Arcivescovo ha poi parlato del saluto francescano “Pace e bene” e ha invitato i fedeli ad interrogarsi se nel loro cuore c’è più guerra o più pace. «Francesco nella prima parte della sua vita sperimentò il dramma e la violenza della guerra, – ha detto – ma poi iniziò il suo cammino di conversione, facendosi piccolo e povero, e indicò la via della pace, del dialogo, dell’incontro e dell’amicizia. Si fece chiamare frate minore e indicò così la via della fraternità e dell’umiltà. Francesco fece questo passaggio: dalla guerra alla pace. Noi come stiamo? Quanta guerra e quanta pace abbiamo nel cuore? La guerra purtroppo è dentro di noi quando ci sono le liti, le gelosie e i rancori. Le ferite che abbiamo ricevuto possono essere sanate solo con il perdono e con l’amore, altrimenti l’odio avvelena la vita e si va avanti solo con il giudizio. Francesco ci dice che la via giusta è quella del perdono e della pace. Ci invita a seminare la pace e a vivere la fraternità, in questo mondo abbruttito dalle guerre. Quella benedizione che invocò su frate Leone, la ripete oggi a noi: “Il Signore ti benedica, ti custodisca, mostri a te il suo volto e ti doni pace”. Che bello se stasera ognuno tornasse a casa e donasse questa benedizione al marito, alla moglie e ai figli. Gesù Cristo è il Signore della pace e, come l’ha donata a Francesco, desidera darla a noi. Il nostro compito è vivere in questo mondo come artigiani di pace, solo così potremo portare il saluto francescano “Pace e bene” a chi incontreremo. San Francesco ci aiuti a capire che Dio è l’unico nostro bene, il sommo bene, per vivere da fratelli e sorelle».
Al termine della Messa la Milizia dell’Immacolata che, ha la sede regionale nella parrocchia di San Pietro in San Francesco alle Scale, ha consegnato l’olio per la lampada del santo. Un gesto che ogni anno, nel giorno della festa del santo, si ripete ad Assisi quando viene offerto l’olio per la lampada votiva che arde ininterrottamente presso la Tomba del Santo. L’Arcivescovo ha benedetto l’olio e ha poi recitato una preghiera a San Francesco d’Assisi, dopodiché insieme ai fedeli e al parroco don Alessio Orazi è salito nei locali dove è stato inaugurato il 24 settembre il nuovo oratorio. Qui ha benedetto i giochi, gli educatori e i bambini che lo frequentano con le loro famiglie. L’oratorio che, mantiene il suo storico nome di “SanFra” ad esso attribuitogli da centinaia di giovani e ragazzi che da almeno 60 anni lo hanno frequentato, è rinato grazie all’aiuto dei genitori, dei parrocchiani e degli scout. Si è cominciato con lo sgombero di un’ampia stanza, utilizzata dagli scout dell’AN 4 dal 2005, e con il restyling del campetto polivalente e del teatro. L’oratorio ha così cominciato a prendere forma, incoraggiando tutti a rendere quegli spazi e le ampie stanze superiori luoghi funzionali e gradevoli, capaci di accogliere i giovani e i bambini, per educarli, accompagnarli e donar loro un luogo di vita e di incontro.
Fotogallery