L’Arcidiocesi di Ancona-Osimo ha un nuovo diacono. Luigi Burchiani, 42 anni, è stato ordinato sabato 22 ottobre nella parrocchia Santa Maria delle Grazie, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Mons. Angelo Spina che, invitandolo a vivere al servizio del Vangelo e dei poveri, gli ha ricordato che «servo di Cristo non è chi fa qualcosa, ma chi vive una profonda relazione con Lui, considerandolo il Signore della sua vita e facendo ogni cosa per amore Suo. Per annunciare il Vangelo e l’amore di Dio è necessario mantenere vivo il legame con Cristo. Essere ancorati a Lui che ha assunto la forma del servo ed è venuto nel mondo non per essere servito, ma per servire. La diaconia non è una prestazione d’opera o un compito da svolgere, ma una relazione – quella con Cristo – da coltivare e da approfondire, nel segno dell’amicizia che ti lega a Lui. Una relazione d’amore».
Il grande passo del diaconato per Luigi, è arrivato proprio dopo una lunga storia d’amore e di ricerca della Verità. Dopo essersi laureato ad Urbino in Lettere moderne e storia dell’arte, ha sentito la chiamata al sacerdozio e, su consiglio del suo confessore, all’età di 36 anni è entrato in Seminario. Come ha infatti ricordato il rettore del Seminario regionale don Claudio Marchetti, «dopo un lungo periodo di lontananza dalla fede, l’esperienza missionaria in Uganda nel 2008 ha riacceso in Luigi il desiderio di ricerca di senso e di pienezza che lo ha portato a scoprirsi cercato e amato dal Signore Gesù. Luigi si è lasciato sedurre dalla sconvolgente forza della misericordia del Padre e ha riconosciuto nel volto di Gesù i lineamenti di quella tenerezza divina che chiama ogni uomo che si riconosce figlio. “Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore”. Queste parole del Salmo 115 hanno ispirato particolarmente Luigi in un momento della sua vita. Si è rimesso in cammino, ha accolto l’invito a lasciare tutto ed è entrato in seminario ponendosi alla scuola del Vangelo e della Chiesa. Luigi è un uomo buono, intelligente, generoso e disponibile, amante del bello, creativo, e attento alle situazioni di bisogno. Nel suo cuore il Signore ha radicato il desiderio profondo di essere strumento della Sua parola e della Sua misericordia verso tutti i fratelli, specialmente verso coloro che ancora poco lo conoscono».
«Io sto in mezzo a voi come colui che serve» (Lc 22,27) è infatti la frase che Luigi ha scelto per la sua ordinazione diaconale, a cui hanno partecipato l’intera comunità parrocchiale di Santa Maria delle Grazie e di San Francesco d’Assisi, la mamma e i parenti di Luigi, i compagni di seminario e i sacerdoti e i diaconi dell’Arcidiocesi. Durante l’omelia l’Arcivescovo ha ricordato a Luigi che, con l’ordinazione diaconale, «sarai conformato a Cristo servo. Sarai servo del culto da rendere a Dio, servo dell’annuncio della Parola, servo dell’amore da condividere con i fratelli. La liturgia è il momento culminante del ministero: è l’Eucaristia che fa la Chiesa come comunione ed è l‘Eucaristia che ci dà la grazia e la forza di vivere la nostra esistenza come servizio ai fratelli. La celebrazione della Liturgia delle Ore, il servizio dell’altare, assistere il Vescovo e i presbiteri soprattutto quando presiedono l’Eucaristia, siano sorgente di forza per amare e servire. Durante l’ordinazione ti viene consegnato il libro del Vangelo e così viene messo in evidenza che il primo servizio del diacono è il servizio della Parola, cioè l’annunzio del Vangelo. In una Chiesa missionaria, è soprattutto compito del diacono la prima evangelizzazione, l’annuncio dell’amore di Dio nelle periferie ecclesiali ed esistenziali. È necessario rimanere ancorati a Lui che ha assunto la forma del servo ed è venuto nel mondo non per essere servito, ma per servire. Lavando i piedi ai suoi discepoli, ha dato un esempio luminoso al quale non puoi non ispirarti. Servo di Cristo non è chi fa qualcosa, ma chi vive una profonda relazione con Lui, considerandolo il Signore della sua vita e facendo ogni cosa per amore Suo. La diaconia che sei chiamato a vivere non è una prestazione d’opera, un compito da svolgere, l’esecuzione di un dovere, ma una relazione – quella con Cristo – da coltivare e da approfondire, nel segno dell’amicizia che ti lega a Lui. Una relazione d’amore, dunque. Un amore che assume la forma della croce. Perché non c’è una via migliore di quella che Lui stesso ha percorso».
Mons. Angelo Spina ha anche sottolineato che, al servizio del Vangelo, è strettamente legato il servizio dei poveri: «Ci ricorda spesso Papa Francesco che i poveri non sono una categoria sociale, sono Ostensorio, sono sacramento di Cristo, segno reale della Sua presenza. Sono la carne di Cristo che dobbiamo accarezzare e abbracciare. Pensa a Francesco d’Assisi, nel momento in cui riuscì a baciare il lebbroso e si rese conto che soltanto allora entrava nella vita. Sono i poveri che ci aiutano a leggere il Vangelo. Alla loro scuola comprendiamo che il Vangelo non ci insegna tanto cosa dobbiamo fare verso Dio, quanto piuttosto quello che Dio fa verso di noi, amandoci di un amore che è senza misura. Caro Luigi sii semplice, povero, libero da ogni forma di possesso. Gioioso di vivere il rapporto personale con Gesù, attraverso la Sua Parola e l’Eucaristia, vivendo il dono del celibato liberamente scelto e accolto con il quale gridi al mondo che Gesù è l’unico, Lui solo la vera gioia. Ti aiuterà a far diventare la tua vita un canto d’amore la fedeltà alla Liturgia delle Ore, facendoti voce di tutte le creature. Ama questa nostra Chiesa di Ancona-Osimo in cui oggi ti incardini. Amala, servila a tempo pieno, con uno stile di vita frutto di preghiera e di contemplazione, intriso di umiltà e mitezza, evita l’attivismo esagerato e fuggi la tiepidezza che rende mediocri. Sii l’immagine di una Chiesa che accoglie, accarezza, abbraccia». L’Arcivescovo ha anche ringraziato la famiglia di Luigi, rivolgendo un pensiero al suo papà tornato alla casa del Padre, tutti coloro che lo hanno accompagnato al diaconato e le comunità parrocchiali in cui ha svolto il servizio pastorale, San Giuseppe Moscati, Santa Maria delle Grazie e San Francesco d’Assisi.
Dopo l’omelia è iniziata la liturgia dell’ordinazione. L’Arcivescovo ha imposto le mani sul capo di Giuseppe, ha innalzato la sua supplica al Signore e ha invocato su di lui l’effusione dello Spirito Santo. Ci sono poi stati i riti esplicativi, con la vestizione degli abiti diaconali, la consegna del libro dei vangeli da parte del vescovo e l’abbraccio di pace. Al termine della Messa, Luigi ha ringraziato tutti coloro che hanno partecipato alla sua ordinazione e ha sottolineato che «il meglio deve ancora venire. Lo voglio dire ai bambini che non vedono l’ora di crescere, agli adolescenti che hanno fretta di diventare grandi, e anche agli anziani che hanno paura. Quello che abbiamo davanti è sempre meglio».
Pubblichiamo l’omelia integrale dell’Arcivescovo Angelo Spina, in occasione dell’ordinazione diaconale di Luigi Burchiani: Omelia diaconato di Luigi Burchiani – 22 ottobre 2022
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