La parrocchia Santa Maria della Misericordia ha accolto fraternamente Mons. Angelo Spina che, lunedì 21 ottobre, ha iniziato la sua visita pastorale nella chiesa di Osimo. Dopo il tradizionale rito di accoglienza all’ingresso della chiesa, con il bacio del Crocifisso, l’aspersione dei fedeli con l’acqua benedetta e l’adorazione silenziosa davanti all’altare, il parroco padre Laurent Falay Lwanga ha presentato la comunità. «Negli anni ’70 la costruzione della chiesa ha permesso ai parrocchiani di ritrovarsi tutti insieme in una struttura ampia e luminosa – ha detto – e di usufruire di spazi dignitosi per gli incontri e le varie attività. Con l’arrivo di Padre Giancarlo Mandolini e di Padre Alvaro Rosatelli sono stati organizzati tanti gruppi, ancora oggi attivi, rivolti alla crescita religiosa e sociale dei bambini, dei ragazzi e degli adulti. Sono nati il gruppo scout, il Masci (formato dai genitori dei ragazzi scout), l’Acr, una buona organizzazione del catechismo con un maggior coinvolgimento degli adulti, l’Ordine francescano secolare, gli amici della parrocchia (festarini), la Confraternita del Santissimo Sacramento e Nome di Maria, le Acli».
Il parroco ha spiegato che «in questi decenni è aumentata notevolmente la varietà religiosa degli abitanti della zona: alle religioni conosciute si affiancano forme di ateismo o di edonismo rivolto solo al proprio benessere. La parrocchia, soprattutto in questi ultimi anni, si propone in atteggiamento accogliente e inclusivo senza lasciare fuori nessuno. Feste e partite di calcio spesso sono il tramite per ospitare e avvicinare ragazzi e famiglie non propriamente cattoliche. La crescita avvenuta in questi decenni (i bambini di ieri sono i genitori e i nonni di oggi) ha portato a una vivacità nella partecipazione dei laici alla vita della comunità religiosa. Il parroco e i sacerdoti devono orientare e gestire tutte le proposte, ascoltare e mediare le iniziative, supportare e controllare le attività. Tutto questo risulta molto impegnativo, ma anche stimolante. La partecipazione dei laici dovrà crescere ulteriormente nei prossimi anni sia quantitativamente che qualitativamente: ognuno sarà invitato a fare ciò che può in una gestione sempre più comunitaria della parrocchia. Ai sacerdoti spetterà un ruolo di coordinazione e supervisione».
L’Arcivescovo ha quindi ringraziato il parroco e i fedeli per l’accoglienza e ha spiegato il senso della visita pastorale. «Come leggiamo nel salmo 123, “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla”. Gesù è il pastore bello e buono che dà la vita per il gregge e ha voluto gli apostoli a fondamento della Chiesa. Chi sono oggi i pastori della Chiesa? I vescovi con il Papa. Il Santo Padre guida la Chiesa universale e a ogni vescovo è affidata una porzione di chiesa. Con la visita pastorale, il vescovo vi ricorda che Dio vi ama e non vi abbandona mai. Anche quando attraversate momenti difficili, Lui è con voi. Quando viviamo una crisi, il Signore è con noi e questo ci dà speranza. Sono quindi venuto per confermarvi nella fede, pregare con voi e riaccendere la speranza e la carità».
Ha poi ricordato che la parrocchia è «un luogo sacro, la casa delle case. Qui il Signore è in mezzo a noi ed è il luogo dove ci santifichiamo, accogliamo la Parola, celebriamo l’eucarestia. Si entra in chiesa per amare Dio e si esce per amare il prossimo. La parrocchia non sono le mura, ma le persone. Ognuno di voi è una pietra viva. La chiesa non è l’edificio, ma è formata da cristiani che costruiscono il regno di Dio». Facendo riferimento all’immagine di Maria della Misericordia custodita nella chiesa, ha sottolineato che «la parola misericordia è formata da “miseria” e da “cuore”. Abbiamo una mamma che prende la nostra miseria, volge a noi i suoi occhi misericordiosi e ci mostra Gesù. Che bello sapere che c’è una mamma che ci accompagna sempre».
È poi iniziata la santa messa, animata dal coro della parrocchia, con la prima catechesi dell’Arcivescovo sul Credo Apostolico, dopodiché Mons. Angelo Spina ha incontrato il consiglio pastorale e il gruppo liturgico.
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