Festa di Santa Barbara, patrona della Marina militare e dei Vigili del fuoco

La Marina Militare e i Vigili del fuoco hanno celebrato la loro patrona Santa Barbara e hanno partecipato questa mattina alla Santa Messa nella Cattedrale di San Ciriaco, presieduta da Mons. Angelo Spina e concelebrata dal rettore del duomo don Giuliano Nava e dal cappellano della Marina Militare padre Giancarlo Locatelli. La tradizione invoca Santa Barbara contro i fulmini, il fuoco e la morte improvvisa. La sua conversione alla fede cristiana provocò l’ira del padre pagano che la sottopose più volte a punizioni e a supplizi. Fu rinchiusa in una torre e poi condotta al martirio per la sua fede forte e coraggiosa. Fu fedele fino alla morte al Signore Gesù Cristo, suo Salvatore.

«In lei c’è lo sguardo rivolto alla croce di Cristo da cui nasce la speranza – ha sottolineato l’Arcivescovo – croce che si eleva al cielo in modo verticale, verso Dio, e in modo orizzontale, verso l’uomo. Ma qual è il fondamento del nostro sperare? Lo diciamo nel Credo: “Credo la vita eterna”. In virtù della speranza nella quale siamo stati salvati, abbiamo la certezza che la storia di ciascuno di noi non corre verso un punto cieco o un baratro oscuro, ma è orientata all’incontro con il Signore della gloria. Dopo la morte c’è la vita eterna, che consiste nella comunione piena con Dio, nella contemplazione e partecipazione del suo amore infinito».

L’Arcivescovo ha poi ringraziato i due Corpi per il loro servizio umile, quotidiano e, a volte, pericoloso, dalle operazioni di salvataggio in mare della Marina Militare ai numerosi interventi di soccorso dei Vigili del Fuoco. «L’esigenza della pace interpella tutti. Voi, uomini e donne della Marina Militare, portate nel cuore questo anelito. Voi ascoltate il grido delle croci che vengono dal mondo del mare. Lo fate con il salvataggio di tante vite umane. Lo fate ascoltando quel “grido del mare” che, assieme al grido della terra, ci avverte di come, con i nostri comportamenti irresponsabili e vilenti, stiamo mettendo in croce il dono del creato, l’ambiente, la nostra casa comune. E qui il vostro serio impegno per la preservazione e la cura delle acque, diventa esempio e monito per la società. Lo fate considerando il mare come vero luogo di incontro e relazione, con vigilanza perché non venga calpestata la giustizia. L’immagine dell’àncora, a voi molto cara, è suggestiva per comprendere la stabilità e la sicurezza che, in mezzo alle acque agitate della vita, possediamo se ci affidiamo al Signore Gesù. Questa speranza, ben più grande delle soddisfazioni di ogni giorno e dei miglioramenti delle condizioni di vita, ci trasporta al di là delle prove e ci esorta a camminare senza perdere di vista la grandezza della meta alla quale siamo chiamati, il Cielo».

Mons. Angelo Spina si è poi rivolto ai Vigili del fuoco, ricordando la Messa celebrata presso la loro sede nell’anno del covid, quando i pompieri realizzarono una croce con due scale, «una che andava in alto, segno di amore a Dio, e l’altra messa di traverso, segno di sacrificio e di amore al prossimo. Grazie anche a voi che affrontate tanti pericoli. Il vostro senso di dedizione, la prontezza, l’altruismo, l’audacia, la disponibilità al sacrificio sono ben noti. In certe situazioni di grave pericolo, voi rischiate la vostra stessa incolumità. Pertanto, la vostra missione è una scelta personale e consapevole che si giustifica per il dovere di tutelare le persone e la comunità nel momento del bisogno. Voi vigili rappresentate una delle espressioni più belle della lunga tradizione di solidarietà del popolo italiano, che affonda le radici nell’altruismo evangelico. La vostra è una di quelle professioni che hanno il carattere di una missione: una missione di servizio alla gente nei momenti di bisogno, dalle piccole alle grandi emergenze che possono capitare; una missione di servizio alla dignità delle persone, che nella difficoltà non vanno mai abbandonate; una missione di servizio al bene comune della società che, specialmente nei momenti di crisi, come quello che stiamo vivendo, necessita di forze sane, affidabili, che lavorano con tenacia nel nascondimento. Vale la pena di “perdere la vita”, ci ha detto Gesù nel Vangelo (Lc 9,23-26), e perdere la vita per gli altri, aggiunge, significa perderla per Lui. Santa Barbara, vostra Patrona, lo ha capito e con la sua testimonianza, intercessione e protezione, vi aiuta ad essere segno di speranza per il nostro tempo».

Al termine della celebrazione, sono state recitate le preghiere del marinaio e dei Vigili del fuoco e l’Arcivescovo ha benedetto i presenti con la reliquia della santa. Pierpaolo Patrizietti, Comandante dei Vigili del fuoco di Ancona, ha ringraziato l’Arcivescovo, le altre Autorità e il personale operativo che «a settembre, in occasione dello straripamento del torrente Aspio, ha tratto in salvo 23 persone rimaste intrappolate all’interno delle proprie auto, che rischiavano di essere trascinate o sommerse dall’acqua». Patrizietti ha poi ricordato che «nel 2024 i vigili del fuoco hanno effettuato circa 9mila interventi, in media rispetto ai dati storici del Comando di Ancona, fatta eccezione al picco del 2022 con circa 12mila interventi». Anche l’Ammiraglio di Squadra Antonio Natale, Comandante delle Scuole della Marina Militare, ha ringraziato l’Arcivescovo e le Autorità presenti e ha rivolto un pensiero «a tutti coloro che sono caduti nell’adempimento del loro dovere, ai feriti in servizio, a chi è lontano dagli affetti famigliari perché impegnato in missioni di pace, di soccorso in mare, nel salvataggio di vite umane, nell’assistenza di chi fugge da guerre e da persecuzione cercando una speranza e un futuro di pace». Natale ha anche ringraziato tutti coloro che, svolgendo «servizio nelle normali evenienze quotidiane, nelle centrali operative, così come nelle caserme, nelle città e nei porti, concorrono alla salvaguardia delle libere istituzioni e ci danno sicurezza».

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