LA SOLIDARIETÁ DIFFUSA
Mi trovavo lungo la statale “Romea”, in viaggio con la famiglia, per raggiungere i miei suoceri e stare con loro per la Pasqua. Dopo aver sostato brevemente lungo il vialone che conduce al lido di Spina, ripartendo, abbiamo colpito un cordolo che ha completamente danneggiato una ruota anteriore. Niente panico, è venerdì santo, metà mattina, non sarà tutto chiuso, qualcuno si troverà che ci dia una mano… infatti c’è un problema con il kit della ruota di scorta e non ci si può improvvisare se si ha ancora parecchia strada da fare. Il viale è quasi deserto, passa un camion, facciamo un cenno, si ferma subito! Il camionista, molto gentile, constata il danno, vorrebbe rendersi utile, ma non ha la chiave del diametro giusto, inoltre lo attendono a Ravenna per le 11 e non può tardare. Secondo tentativo: passa un furgone, due persone a bordo, facciamo cenno… magia! Si fermano anche loro! Scendono, chiedono, non possono aiutarci materialmente, ma ci indicano come arrivare a piedi ad un’agenzia aperta lì vicino per procurarci il numero del gommista che si trova a qualche chilometro appena, comune di Comacchio. Vado io, il marito e la figlia rimangono a presidiare l’auto e i bagagli appoggiati da una parte. In agenzia mi porgono l’elenco telefonico, carta e penna, cerco “Comacchio” e il numero del gommista, trascrivo, torno indietro… rifletto su come può sembrare antiquato non avere la connessione ad internet fuori casa, ma il risvolto positivo è che si mantiene il contatto con le persone, quelle in carne ed ossa e ne sto facendo esperienza. Poco più tardi arriva il gommista, con il suo bimbo di 5-6 anni che vorrebbe già fargli da aiutante! Ci monta una ruota provvisoria per seguirlo in officina. Dopo cinque minuti siamo arrivati, il gommista ci chiede quanta strada dobbiamo percorrere e ci monta una gomma non nuova, ma giusto per arrivare a destinazione e poi tornare a casa in sicurezza. Io e mio marito siamo un po’ preoccupati per la cifra che ci verrà richiesta, dati il soccorso sul posto, l’accompagnamento e l’intervento, ma ancora una volta restiamo sorpresi: 25 euro! Mio marito vorrebbe lasciarne 30 “per l’uovo di Pasqua per il bimbo” dice, ma no, non accettano e ripartiamo. Questo episodio, queste persone, sembrano usciti dal libro “Cuore”, ma io li considero piccoli miracoli di Pasqua. Sarà che in Romagna la gente è notoriamente molto cortese, sarà quell’accento così accattivante, ma in un ipotetico questionario di soddisfazione tre richieste d’aiuto su tre (due ai passanti, poi al gommista) non sono cadute nel vuoto, ma hanno trovato ascolto e soluzione. Di tutto ciò conserverò a lungo un grato ricordo.
Giordana Santarelli