Venticinque anni dall’ordinazione episcopale del vescovo emerito Franco
AUGURI ECCELLENZA LA RICORDIAMO CON AFFETTO E BENEVOLENZA
Il 18 maggio del 1991 Mons. Franco Festorazzi veniva ordinato vescovo nella Cattedrale di Como con destinazione l’Arcidiocesi metropolitana Ancona-Osimo. Qui arrivò domenica 9 giugno partendo da santuario di Loreto, che la tradizione popolare dice custodisca una parte della santa Casa di Nazareth.
La prima parrocchia che incontra entrando nel territorio della sua diocesi è quella della Santissima Annunziata di Crocette di Castelfidardo dove gli venne regalata una fisarmonica, frutto del lavoro di questa gente che qui venne brevettata da Paolo Soprani. La seconda tappa fu al CRAS (ex manicomio) dove erano ricoverati alcuni soggetti fragili che Il vescovo volle salutare uno per uno.
Poi l’arrivo sul colle Guasco con il campanone del Duomo che suonava a distesa ed una moltitudine di persone che come scriveva il cronista su questo periodico: “Nella calura del pomeriggio festivo, quando altri lidi invitavano alla siesta, la gente era lì ad aspettare il suo nuovo Pastore.
Il saluto del sindaco Franco Del Mastro
Con un’omelia semplice, ma ricca di contenuti si presentò ai suoi fedeli con grande franchezza e con sincerità chiedendo di essere aiutato a scrivere al Signore una grande lettera “che impegna me e voi per tutta la vita”.
Con onestà dice che per scrivere questa lettera: “chiamo a raccolta tutti i cristiani impegnati, dai carissimi sacerdoti diocesani e religiosi e i diaconi permanenti tutti miei collaboratori e corresponsabili nel ministero ordinato, alle religiose e a tutte le persone consacrate, alle varie associazioni, movimenti e gruppi laicali”. Le piaghe dei cuori spezzati… a promulgare
“Vengo a proclamare la libertà degli schiavi… a fasciare le piaghe dei cuori spezzati … a promulgare l’anno di misericordia del Signore… vi dico soltanto: aiutatemi ad essere umile di cuore lasciandomi spazi per la preghiera, per sentirmi totalmente dipendete dal Signore. Aiutatemi ad essere mite, cioè accogliente, misericordioso, paziente e operatore di pace, permettendomi di vivere con molta semplicità, senza eccessive formalità o limiti nel modo di atteggiarmi e di comportarmi con la mia gente. Infine ricordatevi sempre che questo programma il vostro vescovo l’ha scelto per realizzarlo con l’aiuto di Dio. Lui stesso per primo; ma con l’attesa e la speranza che diventi programma di vita di tutta la comunità”.
Sotto la sua guida la diocesi vive il millenario della Cattedrale di San Ciriaco preparato dai bicentanari del Crocifisso di Osimo e della Madonna Regina di tutti i Santi in Ancona. Il centenario è stato aperto dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e chiuso da Sua Santità Giovanni Paolo II. Come memoria, il vescovo Franco chiede di creare una struttura per l’ospitalità ai bisognosi: nasce il Centro Ss. Annunziata che viene gestito dalla Caritas diocesana.
Averlo servito è stato un privilegio e parlarne bene può apparire ovvio e scontato, e non vogliamo nemmeno cadere nella retorica. Vogliamo far parlare don Tonino Bello, molto malato, che il 7 dicembre del 1992, partì dal porto di Ancona, per Sarajevo “con cinquecento matti che sfidarono la guerra”.
“E venne l’ora della partenza: sul molo si sono dati convegno per i saluti alcuni gruppi di amici e c’è – unica autorità – il vescovo di Ancona, monsignor Festorazzi”. (Claudio Ragaini, Don Tonino fratello vescovo, edizioni paoline, p.158)
Marino Cesaroni